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Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie...

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Dopo un Presidente del Consiglio che convince il Parlamento italiano che una ragazza tunisina di 17 anni è la nipote del Rais dell’Egitto, dopo che un Ministro della Repubblica dichiara in Parlamento che un terzo soggetto, a sua insaputa, gli aveva regalato una parte del suo appartamento romano vista Colosseo, ascoltare la relazione di ieri, sempre nell'aula sacra del nostro Parlamento, tenuta dal Ministro Alfano sul caso Ablyazov, è stato come rivedere un vecchio film di Alberto Sordi su vizi e virtù di noi italiani.

Ormai ci siamo abituati a far finta di credere a quello che ci raccontano i governanti di turno. E' cento cinquant'anni che ci crediamo.

Il problema è che la situazione generale del Paese si è deteriorata come mai lo era stata in passato e la gente se prima ascoltava e si faceva quattro risate, adesso ascolta e subito aumenta l'irritazione verso questa classe dirigente che ogni giorno si rivela sempre più inadeguata a gestire la situazione politica ed economica del Paese.

L'esperienza del governo dei due Letta, dopo quella del governo tecnico di Monti, non sta facendo bene all'Italia, non quanto almeno gli italiani si auguravano.

Del resto non siamo la Germania, siamo stati alleati dei tedeschi in tempi infausti, e anche allora alla fine siamo diventati loro succubi.

La grande coalizione da noi non funziona perché manca l'idea di bene comune, di Nazione con la N maiuscola che il popolo tedesco possiede dentro di sé e quello italiano non possiede. Per cui da noi il massimo a cui si può aspirare è il concetto di bene partito, di bene fazione, di bene clan.

La situazione politica, lasciando perdere l'ultimo caso internazionale, dimostra come i tre partiti di governo siano in disaccordo su quasi tutti i temi fondamentali che un governo normale dovrebbe affrontare con una visione unitaria. In più i partiti - movimenti all'opposizione non sono in grado o non vogliono proporre soluzioni alternative probabilmente con lo scopo di arrivare prima possibile alla fine di questa Legislatura. Il che non sarebbe un male in sé, a patto che le forze politiche che subentrassero nel governo del Paese, avessero un programma e una visione del futuro alternativo. Ma purtroppo cosi non è.

Quale speranza collettiva rimane al di là della speranza personale che ciascuno di noi conserva verso Dio o altre forme diverse di ideologie?

La verità è che anche questo governo presto o tardi (nel senso tra qualche settimana o tra qualche mese) imploderà su se stesso e ci toccherà andare alle urne ancora una volta con la tanto vituperata, ma a quanto sembra anche tanto amata, legge elettorale il cui nome comune, porcellum, oggi come non mai, ricorda l'autore che la inventò.

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie scriveva il poeta cento anni fa.

Si prova una strana sensazione a rileggere questa poesia… una sensazione di attualità…

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